sabato 12 gennaio 2013

NATALE CANCEROGENO PER " ESCATOS" UMANO


comunicato importante : ho deciso che, per partito preso, da quest'anno non festeggierò più il natale , e neanche gli auguri farò , ne  vorrò riceverli !! non è scaramanzia , ne tantomeno superstizione ,che mi inducono a ciò ; la motivazione  di base mi è stata fornita storicamente dall' esperienza bimillenaria dell'uomo in rapporto alla mediazione cristiana  del verbo divino.
sono trascorsi ben più di duemila anni da un evento che ebbe come protagonista  un uomo ,che spezzò il pane dell' " unio mistica " tra due sostanze: quella divina , e quella umana (peraltro ,già in uso tale rito pagano : l' eucarestia , da molto prima della venuta di gesù cristo .....nelle epoche patriarcali - ....melchisedek etc.)....un uomo ,dicevo , che nella sua singolarità ha incarnato il verbo,
coniugando ,in modo sacrificale, temporalità umana ed eternità divina !...l'errore umano più madornale ,di matrice secessionistica(...e di ciò, ne è testimone diretto ,la storia) è stato il conferimento di un' " autoritas nomotopica " al " dio vivente " o al " figlio dell'uomo ", per consegna di un " nomos " sottratto ,in modo fraudolento, a nomenclature teologiche con elevato indice di "significante" storico"
...e questo, è un fatto estremamente emblematico , o quantomeno indicativo di quanto  l'uomo non abbia mai capito nulla dell' insegnamento cristiano !...si è stoltamente fissato su un surrettizio "sofisma" antinomico , che esplicherebbe pretestuosamente il criterio dualistico di separazione dei termini -corpo ed anima- ...e  quest'ultima , come se ciò non bastasse , verrebbe addirittura  eguagliata al promiscuo concetto di " spirito"
trasformando il senso apodittico di trinità in " mistero"!..." l' uno è trino ":- risulta evidente l' irriducibilità di tale principio ,se ci si pone ,con discernimento ,su un piano di valutazione della realtà che prescinde da una visione prospezionistica a senso unico delle cose ,derivante da muraglie mentali erette dalla paura dell'uomo di sfondare il proprio vano limite di sicurezza: uno stato di sudditanza strategica dell'arbitrio umano ,che induce
un' "autentica paralisi " al pensiero , rendendolo monolitico ,e incapace ,quindi , di riconoscere " la cosa in se ' " al di là delle molteplici forme in cui si mostra, in rapporto alle varie angolature da cui si osserva... finchè, dio viene bandito concettualmente dal pensiero umano, in termini di "ecceità inopinabile ", di "superiorità inqualificabile " in quanto ente, è sempre maggiore la distanza uomo e dio ...o, per essere più precisi , tra lo " status
 di coscienza umana "e lo " status di coscienza divina " . ed in tale contesto , ...cosa determina la distanza tra questi due termini ?r.:le "niveau" di intensità d'animo con la quale si affronta tale fondamentale questione tra i due stati ,...o , se si preferisce , ... tra i due " eoni "...ed è questo il punto focale del discorso !che equivale all'unico vero senso di responsabilità evolutiva della spiritualità umana!implicante il "sacrificio di farsi carico
dell'inclusione di un ulteriore elemento nella triade trinitaria , non evidenziato nelle scritture di vulgata ufficiale ,ma alquanto presente nella sua organica funzione divina : l'"uomo ipostatico"...l'uomo-sintesi ,che si cela sotto la tropica fiamma dello "spirito santo",e che risponde al nome di " dio vivente ".-dio si manifesta organicamente ,o "attraverso mente organica" con il sembiante-uomo.
pertanto,ribadisco , non c'è mistero nella "trina unità". l'unica componente di mistero non può che essere rappresentata dall'uomo che diallelicamente non si rende visibile a se'stesso o...a dio stesso (...che è poi la stessa cosa !)a sua volta ,non visibile e "non mobile",se non nella versione incarnata dell'uomo puro (adamitico ),...nel senso di una "funzione"... con limite tendente a "infinito". cambia l'azione scenica ,ma non, il personaggio che la compie
nei differenti contesti di scena ,in cui gli vengono richieste determinate modalità di prestazione! l'unicità di un fatto o di un'"atto",si pone più intensamente in risalto ,quanti più sono i contrasti o le smentite fenomenologiche che ne conseguono dalle sue peculiari interazioni per ogni prospettiva ,nella quale esso si manifesta,...e tante più le rispettive etiche di giudizio ad esse addotte.
detto ciò , si cerchi di riflettere ...sulla tripartizione dell'atto trinitario , che comporterebbe la presa di coscienza dell' uomo nei tre passi fondamentali ,attraverso i quali egli dovrebbe costituirsi parte divina, ovvero, nel "padre-figlio ...e nello spirito santo", giungendo, in tal modo,
alla consapevole cognizione di corresponsabilità umanitaria ,nel compimento dell'opera di dio-"rivelato !-non ascondito !-pervenendo ad occupare un posto di prim'ordine in un campo di coscienza che non sarebbe più riservato ad una misera proprietà,quale, territorio minato di un sé braccato da accaniti risolutori di sorte, ma , lo si responsabilizzerebbe ,con elevato grado di intelligibilità, a farsi compartecipe in prima istanza di tutto ciò
che concernerebbe  la " vita" nelle proporzioni  divine del suo svolgersi!...e quindi ,a questo punto, si potrebbe parlare,non più di trinità,ma bensi'di "tetranità", ossia...con il disvelamento di una quarta ipostasi :l'uomo, o il "dio vivente",che lo stesso uomo,nella sua individualità e misantropia,più o meno dichiarata ,non prenderebbe mai
 in considerazione in tali termini ,se non in senso " celebrativo "! e qui , richiamo in causa  , la
 questione cristiana ....: da più di due millenni ,noi umani,idolatriamo letteralmente la figura di gesù cristo ,il suo concepimento ,la sua vita ,la sua opera ,la sua morte e resurrezione !...ed in questo modo -celebrativo ,appunto, siamo convinti di fare la volontà del  verbo ,fattosi carne , a suo nome, mentre non ci rendiamo conto ," da bravi vigliacchi ,stolti e nondimeno ipocriti", di come siamo molto lontani dal poter perseguire ed assimilare precetti e principi ...
come  la " fratellanza e amore universale ",visto che si ascrivono al carisma che abbiamo assegnato a questa singolare figura !!...e ,questo ,in primis,per non aver colto la destinazione del messaggio cristiano, vale a dire - "l'uomo"-l'incarnazione del verbo -il  dio vivente : meta obbligata comune a tutti gli uomini -salto di qualità da coscienza umana  a divina .
" fate questo in memoria di me "ha rassicurao tutte le coscienze!! " guardiamocene bene , dal farci mettere in croce !...ci conviene adorarlo e venerarlo ,per ciò che ha fatto per noi ....come la remissione dei nostri peccati, e per accoglierci nell' estremo istante ,tra le sue braccia,nell'estasi del suo amore!"....e ciò è motivo conduttore "salvifico" di un'empia umanità che da più di duemila anni, naufraga  in acque sempre più torbide.: in principio era questo ,l'insegnamento del verbo:" nascete
 crescete e moltiplicatevi...e ciò rinvia al significato reale del natale! ogni anno ,l'uomo avrebbe la preziosa occasione di nascere ,exnovo,di risvegliarsi dal torpore mortifero della carnale degenerazionedi un organo!.....ed invece da  piùdi duemila anni insiste con officiazione di un rito di morte,conficcando chiodi sempre più appuntiti , con colpi di martello sempre più violenti ed assordanti  su quella " croce "...il cui suono riverbera di falsità e rassegnazione ! Buon Anno.

giovedì 16 dicembre 2010

RELIGIONE O ETICA SOCIALE ?

E' consuetudine ,vizio, o abitudine per l' uomo ,interrogarsi su un modello di giustizia sociale che possa essere applicabile ad una società ,per sua natura ,tesa all'infinito verso il compimento di un'impresa ,eo ipso, impossibile : la realizzazione di un ideale di corpo ,organismo sociale predeterminato ...o per-cosi'-dire "perfetto" , "sano"!
L' uomo che sogna ,quindi, di creare una sua propria società ideale .
ma , ... quale uomo ? ...L'uomo ,inquanto individualità definita,ovvero
limitata o patologicamente incompleta ?...Uomo-Umanità: sintesi
di infinite variabili sulla visione proiettiva ,nonché "protettiva"
di Umanità nelle molteplici "varietà " individuali "?
o " Somma " ?..... Che compito avrebbero le religioni e
le culture pedagogiche di "Stato",se non quello di garantire un etica di supporto
alla ricerca di ogni umana singolarità mirata all' affrancamento da una condizione
di " tendenziosa "individualità,per coniugarsi ad una prospettiva di ampliamento
possibilistico e dinamico dell' " Ente immolato dalla proprietà del Sé ,in seno
alla "singolarità " stessa ( heideggerianamente parlando) ? Famiglia
ed istituzioni socioeducative annesse...che ne costituiscono il complemento,
"conservano"ancora,di fatto, un unico orientamento etico : la crescita del
singolo  in funzione dello sviluppo di un apparato difensivo che si chiama
" personalità "- un sistema di valori che si fonda sul principio della strategia ,
con finalità di difesa del mantenimento o salvaguardia di un "sè chiuso",
che protegge "la propria singola chiusura ", esaltandone erroneamente
le proprietà e le attitudini ,all' insegna dei pregiudizi ,delle abitudini e dei  " vizi ".
A tal guisa,quindi ,si afferma un idea di socialità ,decisamente antitetica
e nondimeno "antietica",inquanto preclusiva di atti che rispondano
all' istanza di un senso autentico di idea ipostatica di " socialità ":
" l'apertura di sé verso l' altro , inquanto altro da sè "... Che non è il "mondo sferico
,pluricircolare e centripeto - modello speculare ,proprio dell' Ente Mobile,
a cui riferisce  il " sé individuale",che ,altresi' ,per mimesis ,ruota attorno
al suo centro , ma bensi',"altro" nel senso di "alterità assoluta ", estraneo da
tutto ciò che,per quanto differenziabile, può all'occorrenza essere riconosciuto,o
connotabile come familiare ,quindi incorporabilenel sé ,asseverandone
il "moto centripeto perpetuo " e perciò la chiusura . 
Il sé che si dischiude all'altro,è un sè che non si " ripete " più addosso
con movimenti circolari stagnanti ,come l' uso convenzionale della " parola "
o l'adottamento di condotte mentali stereotipe ...che non fan altro che perpetuare
il conflitto su ciò che sistematicamente " ci ritorna ",pur non riguardandoci.
E qui ...si "accascia " il valore concettuale del termine " Giustizia Sociale ".
per quanto ammirevole sia l'intento umano di applicarla.
Le Religioni ( soprattutto le monoteiste ) relegano la persona
ad un regolamento di " conti esistenziali ",affidandole un "Dio " sommo "padre "
benefattore ,mentore, amministratore ...che paradossalmente
si dovrebbe far carico di riparare all' iniquità umana ,di avergli
assegnato tutti questi ruoli !...
Quale ,sarebbe lo scotto da pagare ,per l'uomo ?
Rimettere a se stesso il proprio " Grande Debito ",ovvero
la propria " Grande Responsabilità " di realizzarsi " eticamente ".
a cui è venuto meno, prima di eleggere un " Dio delegato "
neanche  "fraterno" ma addirittura  " paterno "!
" Tanto più esiste un Dio ,quanto meno, è umanamente riconoscibile "
Solo in questo senso ,ci guadagnerebbe l'uomo ,in equità o giustizia .
Anche per le politiche sociali ,vale la stessa "cosa "!
inquanto - ...e ne abbiamo un eloquente esempio , nell' ambito della realtà politica
del nostro paese ...- con lo stesso principio per il quale ,l'uomo delega
un " Ente onnipotente " come " Debitore di condono " dei propri Debiti ,
un " debito privato" lo si fa rendere " Pubblico "...
ed in tale contesto ,il " Pubblico " è un " Dio Smascherato "!!
Concludendo : Religione o Etica sociale ? " la pappa è la stessa ,
cambia il condimento "!

DOV'E' IL SENSO ?

Dov'é il Senso ?....Il Senso è nella Logica di ciò che inspiegabilmente non vedo?....E' nell'Uomo,fatto della stessa Sostanza dei " Giorni " e delle " Notti " nel loro apparente "Susseguirsi Alternato" senza " Diritto di Precedenza " ? ... nella " Luce " ? nell' " Oscurità " ? o forse nel "Nihil Sum Sine Cogito " Ante/Post-Cartesiano ? ... Nell' Ente o nel " Ni-Ente " ?... In" Dio nell' Uomo" ?  o nel " Dominhomus "? ...o nell' " Anthroponomotheos " ? .....Il Senso è l' Atto Principe della Presenza , nel Suo  Arbitrario Manifestarsi , e per tale Ineccepibile Condizione , non può che Riconoscersi nella " Vita" ! O Meglio , la Vita " Ea Ipsa " è " Senso" !